Un Manager Temporaneo presso la vostra azienda
Come certo già saprete, noi di Short Connection Italia per politica aziendale, non abbiamo una struttura commerciale.
Dopo una valutazione attenta della richiesta di consulenza e un ampio scambio di idee telefonico ed epistolare. Il nostro staff seleziona due manager/consulenti la cui somma di competenze possa sicuramente coprire ogni problematica scaturita dai precedenti colloqui.
Il primo incontro. L’imbarazzo dell’imprenditore.
Sovente al primo incontro, specialmente nelle aziende che non hanno mai usufruito di manager esterni, l’imprenditore trova una forma di imbarazzo nell’esporci il proprio problema. Non è un imbarazzo caratteriale, ma inconscio. Un inconscio che scaturisce dal semplice pensiero che naviga nella loro mente mentre espongono il problema. Se potessimo visualizzare questo pensiero ci vedremo scritto: “Faccio questo lavoro da più di 40 anni e ho sempre fatto tutto da me… ma questi due come fanno ad arrivare alla mia esperienza… non capiranno niente di ciò che gli sto raccontando!”
Questi due siamo io ed il mio collega, che in realtà stiamo ascoltando ciò che ci viene raccontato e cerchiamo di capire da un linguaggio inconsciamente criptico le esigenze da affrontare.
La schiarita – Sono in gamba devo ammetterlo
Siamo a colloquio da più di un ora e le cose cominciano a cambiare. L’imprenditore prende fiducia nelle nostre competenze e noi finalmente non dobbiamo più decodificare i messaggi.
Com’è accaduto il cambiamento? Semplicemente perché l’imprenditore durante il colloquio, subissandoci di domande continue a cui ha ottenuto risposte sempre competenti ha capito che di noi si può fidare. L’esame è passato.
Dieci anni fa mi domandavo come ciò potesse avvenire, e un po’ la cosa mi irritava, oggi ho capito che per molti imprenditori è difficile credere che due manager esterni possano entrare così velocemente nelle tematiche della loro azienda, questioni che loro gestiscono in prima persona oramai da decenni.
Lo so, sembra strano, però per noi abituati a razionalizzare confrontandoci ogni giorno con problemi diversi, entrare in poche ore in sintonia con l’imprenditore e l’azienda è molto semplice.
E’ per questo che non ci definiamo consulenti, ma siamo manager temporanei che fanno anche consulenza.
Qualcuno di voi potrebbe essere giustamente scettico. Richiedete un incontro a Short Connection Italia e rimarrete piacevolmente stupiti.
La prima giornata di consulenza.
Siamo al quarto caffè e la riunione è giunta oramai al termine.
A volte per noi è questa la fase più dura. Ciò accade quando le problematiche sottoposteci non hanno a nostro avviso soluzione o addirittura quando le strategie da attuare sono imposte dall’imprenditore. Ci congediamo dalla riunione non accettando il futuro incarico. Non operiamo mai su di una consulenza di cui non siamo assolutamente convinti della buona riuscita della stessa.
Nell’altro caso alla fine della riunione abbiamo già razionalizzato le tipologie di intervento da attuare e le sottoponiamo all’imprenditore che se concorda, ci autorizza alla fase successiva del nostro modello di consulenza, l’analisi di focalizzazione.
L’analisi di focalizzazione cos’è e perché va fatta?
L’analisi di focalizzazione che viene svolta dai nostri manager/consulenti presso la sede del cliente, ci permette di analizzare e verificare l’esattezza delle problematiche presentate dall’imprenditore durante il nostro primo incontro.
Durante l’analisi di focalizzazione, intervistiamo il personale aziendale che riteniamo essere coinvolto nelle tematiche che siamo chiamati a risolvere.
Molte volte ci accorgiamo dopo le interviste ed un’analisi accurata dei processi aziendali che l’imprenditore ha si ben inquadrato il problema, ma non ha ben capito le cause.
Questa situazione può sembrarvi paradossale, ma ha una semplice spiegazione. Chi vive l’azienda tutti i giorni in prima persona come l’imprenditore, spesso non si accorge delle vere cause di certe inefficienze proprio perché convive con le medesime da anni. Forse l’azienda è nata così e crescendo non ha dato importanza ad alcuni aspetti dai quali oggi non può più prescindere.
Solo quando la dimensione aziendale diventa importante, oppure quando fattori congiunturali esterni all’azienda aumentano le problematiche, anche le antiche inefficienze con cui si è convissuto per anni concorrono a diminuire l’efficienza aziendale. Ecco che allora l’azienda non “va” più come è sempre “anadata”
Nel corso dell’analisi di focalizzazione ci confrontiamo giornalmente con l’imprenditore per condividere le nostre scoperte.
Imprenditore : incredule, scettico sulla difensiva
“Allora… le volevamo dire che oggi durante la nostra analisi è emerso che…” con dovizia di dettagli seguendo i nostri appunti raccontiamo fatti e sensazioni percepite, cominciando a delineare sempre più esattamente le cause dell’inefficienza aziendale.
Anche in questa fase sovente percepiamo il disagio dell’imprenditore che torna a pensare – “Faccio questo lavoro da più di 40 anni e ho sempre fatto tutto da me… non sono queste le cause dei problemi…”
Devo ammettere che questa è una delle fasi del mio lavoro che prediligo perché è difficile e importante, tuttavia al contempo colma di soddisfazioni.
E’ qui che io ed i miei colleghi dimostriamo all’imprenditore nostro interlocutore, capacità strategiche, organizzative e competenze reali specifiche. Cominciamo con il dimostrare senza ombra di dubbio la fondatezza delle nostre idee e scoperte. Facciamo razionalizzare l’imprenditore su argomenti a cui non ha mai posto attenzione. Cerchiamo di far ben capire che qui non si tratta di stabilire chi è il più “bravo” noi o l’imprenditore, noi di Short Connection non siamo in competizione con nessuno. Bensì parliamo di fare nuove strategie e processi aziendali nell’interesse esclusivamente e assoluto dell’azienda stessa. Certo, non siamo là per convincere nessuno, noi non dobbiamo convincere nessuno, noi siamo là per dare certezze su politiche aziendali corrette.
Il feeling
Nel corso dell’analisi di focalizzazione nasce il feeling tra noi e l’imprenditore che giorno dopo giorno comincia a riporre in me e nei mie colleghi maggiore fiducia. E’ ovvio che ad ogni nuova proposta di cambiamento qualche sintomo nostalgico riaffiora - “Faccio questo lavoro da più di 40 anni e ho sempre fatto tutto da me…” ma va momento dopo momento affievolendosi. Riapparirà più forte al momento vero del cambiamento, cioè quando metteremo in pratica i cambiamenti concordati con l’imprenditore.
Presentazione dell’analisi, inefficienze soluzioni e fasi del cambiamento
Avendo già ampiamente condiviso con l’imprenditore nei giorni di analisi presso l’azienda opinioni ed idee, la relazione finale non è certo una novità per entrambi, ma una sintesi dell’inefficienze delle possibili soluzioni, delle fasi e quali manager servono per mettere in atto il cambiamento.
Al termine della presentazione candidiamo i responsabili interni (se esistono, se hanno il carattere e le competenze necessarie ) idonee a portare avanti il cambiamento con la nostra supervisione.
Se ciò non fosse possibile per vari motivi allora sottoporremo all’attenzione dell’imprenditore la figura/e più idonea nella rosa dei nostri manager temporanei per effettuare il cambiamento richiesto.
Dopo l’analisi abbiamo convenuto con l’imprenditore che l’azienda (180 dipendenti metalmeccanica) necessitava di due manager temporanei, uno con l’incarico di direttore generale, l’altro quale direttore commerciale.
Saremo affiancati dal figlio dell’imprenditore per tutta la consulenza.
Io mi sono fatto carico della direzione generale, l’atro mio collega Maurizio C. si è fatto carico della direzione commerciale.
Era da tempo che non lavoravo in squadra con Maurizio che conosco oramai da dieci anni e la cosa mi ha fatto molto piacere.
L’incarico prevede la nostra permanenza presso il cliente per almeno sei mesi.
Il primo giorno
(Per ovvi motivi di privacy nomi e luoghi sono inventati)
Arriviamo a Biella di fronte al cancello alle 08.00, chiedo di entrare presentandomi alla portineria. “Buon giorno siamo Luigi M. e Maurizio C. di Shortconnection Italia abbiamo un appuntamento con il Dott. Rossi (l’imprenditore)” Il cancello si apre.
All’ingresso troviamo il Dott. Rossi che ci attende. Dopo i saluti ed alcuni aggiornamenti sulle novità aziendali, ci conduce a nostri nuovi uffici. “Ecco questo è il suo ufficio Luigi accanto al mio e questo è il suo Maurizio accanto allo staff commerciale. Prendete possesso degli uffici, ci vediamo alle 09.30 da me. Ben arrivati”
“Gran bel ufficio!” dico a Maurizio “Davvero bello” risponde.
Sono le 09.30 è tempo di recarsi nell’ufficio del Dott. Rossi. Dopo una prima riunione a quattro dove è presente anche Simone Rossi il figlio dell’imprenditore, concordiamo come presentare il nostro arrivo a tutta l’azienda. Scegliamo di farlo subito dopo la pausa pranzo.
Sono le 14.10 la riunione con responsabili e quadri è iniziata da 10 minuti e tutti, come sempre accade, cominciano a guardarci con fare di scherno misto a sfida. Niente paura io e Maurizo siamo abituati. E’ normale che noi, i due nuovi arrivati con incarichi di cotale importanza siano già sotto esame fin dai primi minuti. La riunione termina alle 15.00
14 Giorni dopo
Sono passati quindici giorni dal nostro insediamento. In queste due settimane ci siamo immersi nella quotidianità dell’azienda e nel suo modello di business. Così dall’interno riusciamo a confermare le nostre sensazioni iniziali, già presenti nell’analisi di focalizzazione, ed ad apportare ove occorre quei “ritocchi” significativi alle nostre future strategie. Giorno dopo giorno ci confrontiamo con l’imprenditore per chiarire e rendere più nitide situazioni ed atteggiamenti delle figure chiave presenti in azienda. Simone Rossi ci segue passo passo cercando di aiutarci come può ed imparando giorno dopo giorno come analizzare e razionalizzare le più svariate situazioni aziendali sia di processo che umorali dei dipendenti.
L’azione
Io e Maurizio ci siamo incontrati, con Simone Rossi sempre presente, e abbiamo redatto il piano d’azione da sottoporre al papà di Simone. Sono passati 20 giorni dal nostro arrivo e l’azienda ha capito la nostra professionalità, tanto che i responsabili cominciano a rivolgersi a noi come interlocutori primari.
Nel pomeriggio abbiamo presentato al Dott. Rossi le nostre riflessioni, sensazioni e strategie per arrivare agli obbiettivi concordati. Abbiamo carta bianca, da domani si comincia sul serio.
L’impatto
La prima settimana di carta bianca è sempre la più difficile. Non tutti metabolizzano facilmente che da ora l’interfaccia direzionale siamo io e Maurizio e che il Dott. Rossi è disturbabile solo per questioni personali.
Questa è la settimana delle barricate delle trincee che solitamente si dissolvono nei quindici giorni successivi, quando tutto torna alla normalità perché si è definitivamente capito che l’imprenditore ha per noi la massima fiducia.
Focolai di resistenza
Solitamente capita che qua e la all’interno dell’azienda in diversi livelli gerarchici dell’azienda restino piccoli focolai di resistenza. Tali sacche non sono generate dalla ovvia paura che le nostre figure (peraltro temporanee) posso generare, ma per atavica metodologia operativa che potremo riassumere con la classica frase: “Lavoro qui da 30 anni ed ho sempre fatto così, non vedo perché ora dovrei cambiare!” Io e Maurizio sappiamo che quanto prima riusciamo a convertire queste situazioni di freno in situazioni pro attive tanto prima arriveremo ai risultati e all’organizzazione aziendale che ci siamo prefissati.
Terzo mese di consulenza
L’azienda comincia a muoversi nella direzione giusta. Simone Rossi è entusiasta dell’esperienza che sta vivendo, il Dott. Rossi risente ancora delle lamentele iniziali che le sacche di resistenza gli hanno fatto nei mesi passati, ma capisce che la nuova organizzazione deve passare da una fase iniziale di proteste. Proteste che in realtà sono la certificazione della cattiva passata organizzazione. Per me e Maurizio le proteste sono un segnale positivo del cambiamento aziendale. Qualora durante il nostro operato non trovassimo alcuna resistenza vorrebbe dire che abbiamo sbagliato tutto. A volte questo da parte dell’imprenditore Dott. Rossi non è così facile da comprendere. Ma ai primi risultati tangibili allora si comprende che le passate lamentele erano necessarie nel processo di cambiamento organizzativo.
L’azienda è sui binari
Siamo quasi alla fina dei nostri sei mesi e l’azienda procede correttamente nell’applicazione del nuovo modello organizzativo.
Durante questi mesi abbiamo concordato con la proprietà lo spostamento all’interno della nuova organizzazione delle figure esistenti, in ruoli che più idonei alle capacità personali di ogni singolo individuo.
Sempre nell’ottica di traghettare l’azienda io e Maurizio abbiamo cominciato a proporre al Dott. Rossi e Simone una rosa di figure interne ed esterne all'altezza a ricoprire i nostri ruoli.
I nuovi padroni del vapore
Dopo una lunga e non facile selezione delle figure che ci sostituiranno, condivisa dal Dott. Rossi e Simone, abbiamo deciso di prolungare la nostra consulenza di almeno due mesi per il passaggio di testimone.
Così facendo, è stato possibile affiancare giornalmente, per quasi due mesi, il nuovo direttore commerciale e il nuovo direttore generale in modo da renderli operativi nel più breve tempo possibile, senza creare peraltro, alcuna difficoltà all’azienda.
A distanza di 18 mesi
E’ passato quasi un anno e mezzo dalla fine della nostra consulenza e spesso ci sentiamo con il Dott. Rossi non più come consulenti aziendali, ma consulenti suoi personali. La cosa ci fa molto piacere.
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